Filadelfio Simi
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Vidi per la prima volta un quadro del Simi alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma: “Un riflesso” (1887) accoglie il visitatore nella prima sala e fa parte del progetto “Le vie dell’arte attraverso le emozioni”, percorso dedicato ai non vedenti e non udenti. Sapevo che il quadro aveva decretato il successo dell’artista a Venezia nel 1887 e mi piaceva l’idea che per imitare le tre Grazie del Botticelli Simi avesse ritratto giovani donne dello stazzemese. E’ proprio lui a parlarne in una lettera alla figlia Nera del 1919: “Domani salirò a Stazzema per vedere se trovo qualche bel tipo di ragazza”.
Filadelfo nacque a Levigliani e, dopo aver frequentato la
Scuola di Belle Arti di Seravezza e l’Accademia di Firenze, studiò a Parigi nell’atelier del celebre pittore Jean Louis Gérome.
Dopo viaggi in Spagna, Svizzera e un periodo in Umbria visse tra Firenze, dove aprì una Scuola internazionale, e Stazzema. Acquistò infatti, sotto il Procinto, una casa di campagna: La Villanella. Vicino di casa era Vittorio Giorgini, il quale gli affidò la produzione artistica della sua ditta di marmo. Grazie a questa collaborazione Filadelfo ottenne la commissione di unMonumento a Garibaldi e Anita a Porto Alegre, in Brasile.
Il Simi ottenne diverse onorificenze: venne nominato Accademico d’Onore della Regia Accademia di Belle Arti di Bologna e Accademico d’Onore dell’Accademia di Firenze, dove insegnò alla Scuola di Nudo. Pensate che nel 1883 venne anche nominato Cavaliere della Corona d’Italia per meriti artistici!
Poche sono le opere di Filadelfo esposte in Versilia: recentemente la professoressa Alba Tiberto Beluffi ha donato la propria collezione al Comune di Seravezza. In una sala di Palazzo Mediceo sono infatti presenti alcuni disegni preparatori e un dipinto a olio del pittore. La donazione è composta anche da lettere, scritti e foto del Simi che verranno resi accessibili agli studiosi non appena saranno inventariati scientificamente. La dott.ssa Fiammetta Galleni, che ha seguito la donazione per Fondazione Terre Medicee, ci ha comunque informati che esiste un primo inventario realizzato dalla stagista Benedetta Colasanti.
Il disegno preparatorio di “Le Parche” è custodito nell’Ufficio della Commissione Amministratrice dei Beni Comuni e in molti non sanno che il “San Francesco” collocato nella chiesa sia opera del loro concittadino.
Filadelfo morì nel 1923 per problemi cardiaci e venne sepolto nel cimitero delle Porte Sante a San Miniato a Firenze.
Questo articolo è tratto dal sito di Galatea Versilia